Presidenza 6 Jan 2012, 02:40 GMT+01
Come già suggerito da alcuni, la scelta di una proposta dovrebbe a mio giudizio, basarsi su due ordini di specificità del territorio:
1) buone pratiche e settore di intervento/sensibilità/metodologia che coinvolge soggetti dell'Economia Solidale di diversa natura: dai gruppi di acquisto alle imprese, dalle associazioni agli enti locali attraverso una esperienza progettuale (formale o informale) su cui il territorio mostra una chiarezza di obiettivi, un percorso avviato e una dinamica di rete forte e coesa accompagnato da un buon raccordo con le istituzioni o gruppi di iniziativa locale autogestite capaci di determinare una volontà politico strategica forte prima, durante ma soprattutto dopo l'evento per far si che dall'esperienza possa esserci un rilancio a livello locale;
2) capacità di proposta culturale, funzionale, logistica e organizzativa basata su presenza di strutture e "luoghi dell'economia solidale" disponibili e risorse umane, professionali disponibili alla collaborazione. Offerta naturale di luoghi e situazioni gradevoli da proporre a chi vuole immergersi in un contesto accogliente dal punto di vista umano, paesaggistico, culturale adatto alla dimensione familiare e senza barriera alcuna (mobilità, servizi per diversamente abili e anziani, bambini e adolescenti,..)
se avessi capito come, avrei risposto nei nuovi posts.
Quando si è arrivati al gradino che consente l'accesso ad un nuovo sistema, di cui si sa di conoscere poco o nulla, di cui si intuiscono vantaggi e limiti, ma di cui, soprattutto si intuisce la potenzialità di trasformare una visione in cui tanti spendono le loro energie, da teoria in qualcosa di, forse, realizzato e quando si constata che la sola intuizione di ciò genera un frenetico vorticare di anime e di menti, già sulla base delle ipotesi, quando si è avuta la percezione che un intero universo da scoprire ci attenda, come, a quel punto, si potrebbe tornare indietro? Sarebbe un po' come voler fermare la storia.
D'altronde se vogliamo parlare di economia di comunità, dobbiamo uscire dagli schemi gerarchici e provare a sperimentare quelli diffusi, che arrivino anche, avviando un processo sistematico, a coloro che non hanno la possibilità di partecipare. Liberando la partecipazione dall'obbligatorietà, per renderla un'opportunità.
Poi degli aspetti pratici si potrà discutere in modo capillare, adottare vie in funzione degli obiettivi e delle risorse del momento, di maggior o minore apertura al mondo "convenzionale, privilegiare o tralasciare metodi, strumenti, argomenti in funzione di ciò che i partecipanti esprimono. E' vero che non ci troviamo difronte ad una vetrina per le Marche, è però un momento di confronto e di creatività che nasce spontaneo e che va governato, valorizzato, non smorzato.
Trovo infine interessanti le ipotesi di Rita circa l'uso di strumentazione di attori presenti con il duplice obiettivo di poter utilizzare capacità comunicativa disponibile e coinvolgere soggetti altrimenti poco interattivi come università ed aziende, per avviare/proseguire le azioni di una loro contaminazione.
saluti
franca
Consiglio REES Marche - 10 gennaio 2012
il punto all'ordine del giorno su SBARCO GAS ha messo in evidenza alcune riflessioni importanti:
1) La REES Marche sente la responsabilità di essere il referente politico del percorso SBARCO DES/GAS 2012 nei confronti del tavolo RES nazionale;
2) Il gruppo di lavoro è il luogo decisionale rispetto alle scelte organizzative. La presenza di membri del consiglio REES al di fuori del là del personale coinvolgimento dei territori che al momento intendono ospitare un evento diffuso (e/o l'ultimo giorno di assemblea) è auspicabile.
3) Piace l'idea dell'evento diffuso e distribuito.
Interessante sperimentare anche un processo decisionale distribuito e diffuso.
4) Alcuni tra i criteri per l'individuazione dei territori per ospitare i percorsi di SBARCO DES GAS 2012 sono:
- discreta presenza dei soggetti ecosol (gruppi di acquisto, aziende, associazioni/enti)
- disponibilità degli stessi a promuovere il percorso assumendo specifiche responsabilità in modo allargato
- disponibilità delle amministrazioni locali a coprogettare una proposta con i soggetti della rete
- disponibilità logistica, recettiva, mobilità sostenibile, risorse umane ed economiche da impegnare che fungano da volano per filiere territoriali
- reti ed esperienze collaborative con altre realtà locali
Rita Rognoli 15 Jan 2012, 12:53 GMT+01
Leggendo gli scritti finora pubblicati vedo che è largamente condivisa l'idea dell'evento diffuso al quale aggiungo tutto il mio gradimento.
Ritengo infatti che un evento come quello che ci apprestiamo ad organizzare debba avere in se tutti gli elementi per un nuovo modo di stare insieme e la logistica è essa stessa "altraeconomia" e quindi facciamola in "alta economia".
Sforziamoci quindi di far viaggiare le idee invece che le automobili sfruttando tutti quei loghi che possono offrire alta tecnologia per videoconferenze ecc..
Le proposte di localizzazione sono tutte belle secondo me ma potrebbero essere deficitarie proprio sul piano tecnologico oppure dovrebbero improntarlo sostenendo alti costi.
E' possibile pensare ad un evento diffuso, ma contemporaneo dove proprio la tecnologia crea la contemporaneità grazie alla videoconferenza o altri strumenti simili?Tv su internet?
E' probabile che le università marchigiane siano dotate di tale possibilità e potrebbe essere anche un indirizzo quello di localizzare gli eventi dentro le università per l'alto significato che avrebbe sul piano della comunicazione dei valori. Quindi Urbino, Ancona, Camerino, Macerata (forse anche Ascoli e Fermo, Fabriano e Jesi come sedi decentrate di corsi universitari in essere) diventerebbero le capitali degli eventi, senza escludere che anche altre sedi istituzionali potrebbero avere le dotazioni necessarie.
Non dimentiachiamo che la ex Aethra è di Ancona e che potrebbero aiutarci.
La necessità Assembleare di un evento congiunto può essere risolta con la scelta di una di queste sedi, la più organizzata e raggiungibile (che a occhio dovrebbe essere Ancona).
In questo modo i gruppi territoriali lavorano su un numero ridotto di impegni per quanto riguarda ospitalità, pasti, trasporti, eventi collaterali e i partecipanti possono scegliere dove andare a seconda della provenienza, delle conoscenze, delle amicizie, della disponibilità di ospitalità, senza però perdere l'insieme degli eventi ed essere al contempo ovunque.
Penso poi agli eventi collaterali come i mercati o la musica o il teatro: se si lavora su numeri ridotti è tutto più facile. Se poi si vuole fare il grande evento finale si fa lo stesso.
Saluti a tutti e buon lavoro
PuntoDock 21 Jan 2012, 18:42 GMT+01
Vista la ricchezza dei contributi arrivati finora e che arriveranno fino al 30 gennaio, vorremmo riflettere su cosa possono offrire i territori a livello di contenuti.
Per capire quali debbano essere i criteri per identificare i territori presso i quali eventualmente dislocare lo Sbarco, ci siamo messi nei panni dei futuri fruitori dell'evento. Ci sono alcuni elementi da tenere in considerazione:
1. in pochi hanno la possibilità di avere tutta la settimana di ferie;
2. ma allo stesso tempo, tre giorni non sono sufficienti per esaurire tutti gli argomenti;
3. importanza del momento assembleare aggregativo finale (come emerso anche dal gruppo progettazione);
4. valorizzazione dei territori in cui vivono esperienze di economia altra;
5. volontà di imparare, per migliorare la vita dei propri Gas;
6. impossibilità di partecipare fisicamente agli eventi.
A partire da questi elementi, proponiamo di tenere in considerazione le seguenti soluzioni:
1. concentrare gli eventi di discussione e confronto nei giorni di venerdì, sabato e domenica. Gli eventi correlati possono avere luogo sia prima, sia dopo;
2e4. per valorizzare i territori e allo stesso tempo per ottimizzare gli spostamenti ed i pochi giorni a disposizione, si potrebbero identificare un massimo di due argomenti da sviscerare in ogni territorio nei giorni di venerdì e sabato: tali argomenti verteranno sulle peculiarità e le esperienze maturate dal territorio specifico (ognuno ha una sua storia, ha cominciato in momenti diversi e si è sviluppato in modi diversi);
3. la giornata di domenica potrebbe essere dedicata allo scambio dei risultati ottenuti nelle discussioni tematiche di venerdì e sabato. Ciò comporterebbe l'incontro di tutte le individualità che hanno partecipato agli eventi territoriali, in un luogo da definire (centrale?);
5. gli argomenti trattati dovranno essere il più possibile vari e concreti (buone prassi);
6. predisporre la possibilità di partecipare via web agli eventi perché abbiano una più ampia risonanza.
Con questi spunti speriamo di alimentare in modo positivo la discussione.
PuntoDock
Ronni Ricci 22 Jan 2012, 21:41 GMT+01
Sono molto d'accordo con quanto postato da PuntoDock e da Aurelio.
Pur non essendo in grado di argomentare bene scrivendo… credo si stia delineando una modalità ben precisa del _come_ pensiamo si possa fare l'incontro.
Non mi preoccuperei troppo di essere il più inclusivo possibile e di coinvolgere immediatamente anche altri territori lontani da noi. Lavoriamo affinchè questo sia possibile e facciamolo a livello locale: ci saranno poi le successive edizioni dell'Assemblea a proseguire quello che abbiamo iniziato (se sarà valido e condiviso…).
Ronni
Ciao a tutti!
wow è veramente complesso star dietro a tutte le argomentazioni, ma questo dimostra la ricchezza delle nostre idee! Ad ogni modo io mi accodo alla proposta dei punto.dock. Credo anche io che sia più funzionale per i partecipanti concentrare i tavoli di lavoro distribuiti nei territori nel fine settimana, per poi pensare ad un momento assembleare unico la domenica, dove condividere le buone prassi emerse. Gli eventi possono essere a contorno di tutto l'evento nella settimana prima e dopo. Dovremmo dotarci come diceva anche Aurelio di attrezzature video/audio/web per permettere di seguire gli incontri anche a distanza magari in tempo reale. Magari (non so se è fantascienza) in ogni territorio ci potrebbe essere un social manager che sintetizzi man mano quello che viene detto nei vari territori come in una sorta di twitter, di modo che chi sta in un altro territorio possa essere aggiornato live sulle discussioni…
Aureliano 22 Jan 2012, 16:20 GMT+01
Posto sul tema TERRITORI ma questo intervento si intreccia ed è interconnesso anche con la nuova discussione sulla COMUNICAZIONE
Per comprendere la proposta di organizzare il venerdì ed il sabato Assemblee su più territori, lasciando la domenica per una Assemblea plenaria comune c'è un valore che va meglio articolato sia a livello organizzativo che di comunicazione: l'INCLUSIONE
Condivido alcuni elementi da discutere per una scelta condivisa.
- Organizzare venerdì e sabato più assemblee tematiche sui vari territori implica un allargamento dell'inclusione a livello locale e regionale, su vari livelli: territoriale, organizzativo, di apertura alla cittadinanza interessata, a gasisti con difficoltà di spostamento, a produttori che vogliono aprire in loco le loro porte, ad altri soggetti di rete ecosol, agli amministratori pubblici locali.
- Per la domenica resta la possibilità dell'incontro diretto. I vari territori facilitano lo spostamento di chi vorrà essere in presenza all'Assemblea plenaria mettendo a disposizione mezzi di trasporto collettivi sostenibili che ottimizzino i tempi, permettano lo stare insieme, creino minori problemi di parcheggio e minor consumo di energia.
- Nella giornata di domenica nei territori regionali che non ospitano la plenaria lasciamo comunque attivo un percorso aggregativo, l'ospitalità, la mensa, il mercato, l'animazione per bimbe e bimbi continuando quindi ad aggregare la cittadinanza ed i partecipanti che non possono muoversi dal luogo dove hanno "piantato le tende" (per motivi vari), con un impegno comune a includerli nel processo assembleare.
- Includendo con loro le tante altre possibili localizzazioni "decentrate" dell'evento, che a quel punto possono essere in Sicilia, in Abruzzo come in Piemente o Lombardia. Ossia creando accessibilità per situazioni analoghe di singoli e gruppi che non possono essere presenti fisicamente in Assemblea ma vogliono partecipare, ascoltare, decidere, prendersi impegni, condividere, approvare o meno le direzioni da prendere.
- Ciò implica un forte coinvolgimento delle realtà ecosol attive nel web libero, a livello regionale e nazionale (andando però a collocarsi in un investimento inter-territoriale che potrebbe facilitare l'accesso a risorse regionali o comunitarie? Con quali tempi?). Significa canalizzare l'attenzione in una direzione inclusiva, con l'obiettivo di lasciare nel post assemblea "infrastrutture" web e modalità comunicative assembleari più aperte, replicabili nel tempo, utilizzabili per tenere attivo un confronto regionale e nazionale allargato.
Un progetto di SbarcoDesGas che sia festa collettiva allargata ed inclusiva e che lasci dietro sè una direzione comunicativa anch'essa inclusiva, in cui continuare a muovere contatti, scambi, decisioni?
"Imbarcarsi" con questa intenzione significa "ponderare" bene che la progettazione, l'avvio e la sperimentazione di un percorso di rete di questa natura presenta più variabili e questioni da risolvere, quindi impegno, condivisione, RICERCA, difficoltà e possibilità di un percorso maggiormente in presenza.
D'altra parte resta il fatto che finora le assemblee nazionali hanno visto l'assenza di molti e quindi una difficoltà di rappresentanza che limita il movimento e la sua consapevolezza collettiva dei possibili percorsi COMUNI.
Aurelio
Franca2 22 Jan 2012, 23:14 GMT+01
mi piace molto l'idea di rendere disponibile nel maggior numero di territori possibili, la partecipazione ad un evento. contribuisce a migliorare il raggiungimento di 2 obiettivi che ritengo entrambi meritevoli di attenzione:
la sostenibilità ambientale,
la sostenibilità sociale (non necessariamente tutti sono in condizione di intraprendere un viaggio e sostenere i costi di giorni fuori, tantopiù se si tratta di famiglie). Consentirebbe anche di avvicinare alla partecipazione fasce di cittadini meno sensibili.
credo che dovremmo spenderci molto, anche per cercare di garantire ospitalità al maggior numero di persone/famiglie possibili o quantomeno a quelle che hanno ridotte possibilità economiche (come stabilire le possibilità economiche poi non sarà gioco facile, ma trovo giusto il criterio).
naturalmente ciò eleva il livello di organizzazione necessario a vette probabilmente irraggiungibili, come suggerisce Ronni, per cui sarà l'avvio di un percorso futuro. rimane che la crisi è adesso e colpisce una larga parte di cittadini e che dovremmo cercare di offrire la fruizione di un evento con pari opportunità di accesso.
forse si potrebbe pensare di coinvolgere alcune regioni insieme (la conferenza delle Regioni? o pungolare Spacca quale tramite) per progettare una simile modalità, visto che poi resterebbe a disposizione del territorio dove si è insediata.
mi sembra qualitativamente molto differente tenere in considerazione non solo le esigenze dei nostri territori, ma anche quelle di chi vorrebbe poter partecipare.
franca
tonimon70 23 Jan 2012, 13:19 GMT+01
Anche io concordo con molte delle cose dette….il problema è che sono in contraddizione tra di loro o non tengono conto del livello delle risorse!
Mi spiego: credo che permangano nel nostro campo di opzioni individuate, scelte tra loro inconciliabili.
Ad esempio:
-evento altamente tecnologico o accessibile a costi molto bassi
-a basso impatto ambientale o con altissima partecipazione-diffuso
-valorizzando anche le nostre specificità concentrato sulle valenze regionali o con taglio nazionale
-buone prassi ed argomenti concreti o "prima" vera assemblea nazionale GAS o DES
Naturalmente mi rendo conto che, in un movimento in forte evoluzione come il nostro, le fasi di sviluppo e maturazione tra i vari territori non possono essere omogenee, nè può essere un punto di partenza un livello allineato della consapevolezza dei processi.
Molte di queste contraddizioni sono proprie anche del livello nazionale, e noi non possiamo far altro che rispecchiarle localmente.
In generale credo anche che il movimento abbia bisogno di scelte consapevoli operate in maniera partecipata (l'inclusività nei processi di rete non è una funzione assegnata alle elite, ma il risvolto della responsabilità attiva) tenendo ben presente la fase storica in cui siamo (sia esternamente, ovvero la crisi a cui accennava Franca, sia internamente, ovvero la fase di aggregazione nazionale del movimento con l'identificazione del DES come focus), ma anche le risorse disponibili e quindi la fattibilità delle azioni previste. Ma chi dovrebbe decidere su questo?
Dovremmo chiarire anche questo aspetto fondamentale del processo decisionale, altrimenti corriamo il rischio che parta una dinamica di lobby (come è successo in assemblea quando abbiamo chiesto ai territori di presentare la propria candidatura).
Il meccanismo di responsabilità-decisione-risorse-fattibilità-operatività che ho banalmente ricordato, mi sembra che assuma caratteri di urgenza, visto l'approssimarsi dell'evento, dunque concordo con la necessità di chiudere entro pochi giorni la decisionalità sul fronte strategico per iniziare ad operare alla preparazione dell'evento. Su questo credo che il Consiglio REES debba rimanere il soggetto politico garante dell'evento e dunque responsabile delle scelte strategiche, per poter connettere meglio l'operatività, che sarà comunque svolta in l'ambito territoriale, e le decisioni conseguenti.
Toni
Aureliano 23 Jan 2012, 22:28 GMT+01
Concordo sul Consiglio come garante politico e responsabile scelte strategiche, una delle quali è: evento concentrato o decentrato?
Il resto al momento è orizzonte, spazio in cui muovere liberamente idee ed intuizioni, il che non implica poi doverle percorrerle tutte fino ad esaurirle, matureranno e prenderanno forma in base al territorio o ai territori che ne assumeranno la responsabilità. Le contraddizioni sono anche risorse di pensiero, aperture agli opposti, nell'avvio delle azioni concrete sarà poi la realtà a darci i suoi vincoli, in base alla conformazione "densa " di ogni situazione territoriale. Il termine stabilito del 30 gennaio mi sembra ragionevole ed equo, continuiamo a valutare nei territori le possibilità di tenere saldamente in piedi un'Assemblea nazionale, sia unica sia in rete, ricordando di coivolgere il maggior numero di soggetti ecosol e pubblici nella valutazione.
Mc in Transizione 1 Feb 2012, 12:23 GMT+01
Condivido qui, alcune riflessioni rispetto allo Sbarco nazionale Des Gas 2012 previsto nel territorio marchigiano il 22-24 giugno 2012.
Facilitare un’incontro dei gruppi di acquisto solidali italiani è offrire anche un’opportunità di cogliere e diffondere le migliori pratiche avviate nei rispettivi luoghi. Sarebbe auspicabile:
- proporre modalità di facilitazioni degli incontri/riunioni/gruppi di lavoro attraverso metodi esperienziali;
-condividere e diffondere via vocale/verbale le migliori pratiche dei gruppi locali, in organizzazione e contenuti ma anche ideare uno spazio mediatico/visivo/laboratoriale sulle attualità dei Gas locali;
-favorire il passaggio da G.A.S. a G.A.A.S.: focus sull’autoproduzione,da consumatore consapevole ad auto-produttore per aumentare la resilienza ovvero la capacità individuale, familiare, dei gruppi allargati di vita, di gestire i tempi contratti che viviamo;
- offrire spazi di circolarità di vissuti, emozioni, del sentire anche per favorire la costruzione di comunità locali interconnesse e solidali.
Sul fronte ricerche e accordi per strutture ospitanti e logistica forse non aggiungerò nulla di nuovo a livello pratico, rispetto a ciò che ho letto sul forum e altre mail, vi comunico solo alcune mie idee
Sarebbe opportuno, anteporre alla scelta del luogo il fattore mobilità ed ottimizzazione delle risorse. L’evento diffuso contiene in sé la necessità di “mobilitare” le persone coinvolte, poco “leggero” a livello di impronta ecologica nell'ambiente.
Quindi un evento “Sbarco dei Gas” concentrato in uno spazio percorribile a piedi.
Di natura (immagino un campeggio potenziato da strutture mobili come tendoni, confidando molto la possibilità di restare all’aperto), o anche un centro urbano di media entità dove esistano le strutture necessarie allo svolgimento di un’assemblea di circa 500 persone, come mi sembra siano le cifre dei partecipanti attesi, con capacità di ricettività locali per chi dovrà/vorrà soggiornare.
Mi riferisco a ricettività professionale per chi vorrà(alberghi/residence/foresterie) ma sopratutto al "buon vicinato" di chi potrà ospitare in casa (fare rete è anche questo) .
Un movimento così ampio e di base come i gruppi di acquisto sarebbe auspicabile diffondesse il proprio modello di autodeterminazione anche nel mettere in atto la riunione annuale nazionale. Intendo dire che munirsi di un grande evento dalle grandi cifre è concettualmente discorde dalla filosofia dei Gas. Bensì lo sarebbe condividere risorse e competenze personale _ ciò che abbiamo già_ per tentare un'organizzazione senza organizzazione che si basi poco sulle amministrazioni (potere personale delegato). Cioè mettersi in gioco localmente con sobrietà ed autenticità. So anche che questo tipo di "riunioni" va coniugato ad un forte coinvolgimento personale non sempre di fatica ma di vissuto. Di tempo/servizi/abilità più che risorse e spostamenti di oggetti) aperto ad una positiva capacità di lavorare "anima e core" insieme
Sul filo di questi pensieri permettetemi una pre-figurazione:
-la piazza/il campo resta l'agorà dove si effettuano le riunioni _ protetto/decorato da teli/tendoni;
-l'ospitalità stile "buon vicinato" è la condivisione di spazi, tessere una rete solidale_far/si stretti per star_ci tutti (servono 250/500 case che ognuno di noi può aprire per ospitare i partecipanti/visitatori) i pasti cucinati di casa/in casa con qualche tavolata giù in strada o nel cortile……
Ed informare/comunicare con discorsi pubblici;
e fare festa, con musica, giochi.
Con la migliore semplicità e la migliore pre-disposizione possibile verso l'altro di cui tutti noi potremmo essere capaci.
A-risentirci, Gigliola Rosciani
Ciao a tutti, Loris mi ha invitato a intervenire; non è facile stare dietro alla discussione, penso però che possa essere utile se provo a dare qualche informazione sul programma generale dell'assemblea per come lo si è immaginato sinora a partire dalle edizioni precedenti. In particolare, secondo l'impostazione iniziale immaginata all'incontro preparatorio di Bologna la giornata di sabato 23 giugno sarebbe dedicata principalmente ai gruppi di lavoro tematici attivi a livello nazionale, e quella di domenica all'assemblea plenaria. Si era parlato anche di gruppi territoriali, ma per ora lascio la cosa in sospeso per riprenderla dopo.
I gruppi di lavoro tematici nazionali sono i gruppi che si sono già trovati la giornata del sabato al convegno de L'Aquila, sono ad esempio i gruppi su "Nuova agricoltura", "In rete con il commercio equo", etc. In questi giorni sto cercando di capire quali di questi gruppi saranno presenti alla prossima assemblea nelle Marche. Quindi, secondo lo schema abbozzato a Bologna, il sabato i gruppi si ritrovano, discutono ed alla fine elaborano una loro serie di punti. La domenica tutti insieme si possono presentare i punti elaborati dai diversi gruppi ed eventualmente discutere di argomenti più generali. Queste sono delle ipotesi di partenza, che andranno poi verificate, anche con chi si occuperà dell'animazione. Vi scrivo queste cose per chiarire che, a mio modo di vedere, la proposta di una assemblea "diffusa" può stare in piedi solo dividendo i gruppi di lavoro del sabato in più luoghi, magari anche legando per quanto possibile il tema del gruppo di lavoro al luogo che lo ospita.
Uno stesso luogo potrebbe poi anche ospitare più gruppi di lavoro, e questo consentirebbe in un momento dedicato del sabato anche di trovarsi per gruppi territoriali, ovvero di raggrupparsi per macroregioni di provenienza (es nord, centro e sud) tra tutti quelli che si trovano in un luogo, anche se appartengono a gruppi di lavoro diversi.
Inoltre, l'ipotesi diffusa, richiede a mio modo di vedere che i referenti dei gruppi e gli animatori abbiano una idea condivisa dello sviluppo dell'assemblea, il che non è scontato. Anche per questo motivo credo sarebbe meglio limitare il numero di luoghi ad un massimo di 3 o 4.
In questa ipotesi, il sabato sera o la domenica mattina tutti (o un manipolo di persone per ogni gruppo di lavoro) dovrebbero convergere per il luogo dell'assemblea conclusiva della domenica.
Provando a riassumere, sia nell'ipotesi diffusa che in quella centralizzata, si potrebbe avere un programma di massima di questo tipo:
- sabato mattina: conoscenza tra i partecipanti, presentazione del tema dell'assemblea, (se possibile) gruppi territoriali
- sabato pomeriggio: gruppi di lavoro tematici
- domenica mattina: assemblea
A presto
Andrea Saroldi
DA LUCA FERRONI
Cari tutti e bentrovato Andrea,
ci siamo sentiti nella lista CoActivate/CyberSocial per il formato di compatibilità dei software per i GAS.
Anche quello è un aspetto interessante, come pure l'impiego del sito retegas.org . Spero avremo modo di riparlarne
anche se in quei giorni di giungo avevamo fissato la Conferenza Nazionale
sul Software Libero ad Ancona e non è possibile spostarla.
Rispondo qui (non capisco bene dove rispondere) con la mia opinione su evento concentrato o evento diffuso e strumenti comunicativi. Posto sempre che le linee guida le indica il tavolo nazionale.
Sono solo mie opinioni, in parte politiche in parte tecniche e premetto che non ho partecipato agli incontri precedenti purtroppo:
1. Se l'evento sbarco dei GAS/DES è un momento di incontro, che momento di incontro sia!
Scusate, ma su Internet ci possiamo stare tutti i giorni, non tutti i giorni possiamo respirare l'aria di tanta gente che si muove con noi
2. Se anche si decidesse di fare l'evento distribuito in più location, il momento assembleare dovrebbe essere partecipato in diretta e in presenza da tutti. Un manipolo di rappresentanti è il requisito minimo, ma non fa respirare il movimento.
Riguardo alla proposta "SbarComunica" di Solideco http://sbarcogas2012.wikidot.com/tecnologie-per :
3. stimo le persone che sono dietro a questa proposta.
4. ritengo fondamentali i macro obiettivi 3 e 4 che a riferimento abbiano un sito:
—-> macro obiettivo 3. comunicare l'evento attraverso i mezzi di informazione, per far conoscere il movimento ad un pubblico ampio
—-> macro obiettivo 4. Creare un documento finale che lasci memoria dell'evento per il futuro e per chi non abbia potuto viverlo “in diretta”
e non possiamo secondo me mancare queste opportunità. Qui si parla di molta comunicazione.
5. dobbiamo fare i conti con limiti oggettivi del tempo e dei soldi e non solo,
ma anzi SOPRATTUTTO della capacità di lavorare in rete (cosa che fatichiamo ad avviare da anni purtroppo, ma sono fiducioso :))
Per questo è importante definire qual è l'entità del finanziamento che si richiede per questa parte. Il lavoro è impegnativo.
6. MOLTA PERPLESSITà l'obiettivo 2 é quello che ritengo più difficilmente realizzabile
"permettere di partecipare attivamente al processo di discussione e di decisione a distanza, anche da fuori regione".
Ci sono difficoltà oggettive non solo tecnologiche, ma anche di facilitazione della discussione.
Poi nella REES, nel mondo GAS/DES abbiamo bravissimi facilitatori e non lo metto in dubbio, ma chi fa spesso riunioni online di solito propende per
"o tutti online, o tutti in presenza" cosa che in questo caso non è ovviamente possibile.
7. la perplessità è anche sull'obiettivo 1, ma se non c'è interazione è minore.
8. Tenete anche conto che gli obiettivi 1 e 2 richiedono una buona connettività dalle postazioni
9. Se non fosse chiaro ai non tecnici: non è che si avvia Skype (tra l'altro software proprietario) e funziona tutto
Trovo il progetto SbarComunica interessante per una comunicazione ampia con obiettivi minimi 3 e 4.
E sulla comunicazione bisogna (é proprio necessario) puntare sempre molto.
Altrimenti si rischia di lavorare tanto, per un'efficacia troppo ridotta.
Tuttavia non ritengo ci siano le condizioni per fare affidamento sulla raggiungibilità degli obiettivi 2 e 1.
Quindi non dico che non ci si possa attivare in tale direzione, ma ritengo altamente imprudente attivare un evento distribuito basandosi sul funzionamento di questi strumenti.
Sintetizzo che secondo me i limiti sono
- tecnologici
- mancanza di struttura organizzativa consolidata
- inoltre e SOPRATTUTTO il più grande limite è che ad incontrarsi direttamente per PARTECIPARE è tutto un altro effetto, tutta un'altra spinta, tutta un'altra esperienza.
Penso che lavorando bene insieme in rete, possiamo superare questo stadio che ritengo di adolescenza a 360 gradi, ma è necessario fare un percorso per arrivarci. Se raggiungiamo gli obiettivi 3 e 4 abbiamo fatto un buon passo in avanti.
CONCLUDO
segnalandovi il sito di questa conferenza fatto da persone raggiungibili: conferenza annuale su Python (il mio linguaggio di programmazione preferito :)) http://www.pycon.it/pycon4
Guardate se vi sembra una struttura semplice ed efficace per rispecchiare le nostre esigenze di riferimento per comunicazione ed archiviazione.
Mi rendo disponibile a mettere in contatto i 2 mondi contattando gli autori di questo sito che come vedete (da http://www.pycon.it/) viene riutilizzato tutti gli anni.
Spero di poter continuare a partecipare, ma da un po' di mesi soffro di mancanza di capacità di chiudere i progetti avviati e quindi devo prima chiuderli per poi dedicarmi seriamente alla CONFSL e magari seguirvi un po' di più.
Scusate la lunghezza, un abbraccio a tutti
e … che bel mondo che stiamo costruendo!
Luca
ciao Luca anch'io penso che poterci essere è la cosa migliore, quella che ti fa respirare a fondo le questioni, il punto è anche allargare la partecipazione ed abbattere le barriere che impediscono a chi non può di esserci di restare in contatto e partecipare alle decisioni/impegni che ci prendiamo insieme.
Questione che non penso minimamente noi si possa esaurire in questo Sbarco ma solo portare all'attenzione della rete, includendola tra le varie attenzioni progettuali, e se una webradio non interattiva sarà quello che riusciremo a mettere in campo sarà comunque un pezzo di strada fatta
Sul tema del diffuso: l'evento diffuso ci permette di coinvolgere una rete decisamente più vasta nella coproduzione dello Sbarco, che sarà incontrata in primis proprio da chi parteciperà da altre regioni, quindi forse qualcuno in meno alla plenaria, ma molti di più sommando i tre eventi a potersi sentire insieme
per facilitare la plenaria in presenza la proposta che è emersa da più voci è quella che i territori dove non accade le plenaria mettano a disposizione mezzi collettivi sostenibili, ad esempio a metano, per muoversi, con la plenaria geograficamente collocata in zona Centro Marche
Per quanto riguarda l'organizzazione delle giornate ipotizzata da Andrea, le idee progettuali finora emerse sono tutte compatibili, come nodo Furlo ad esempio avevamo ipotizzato:
- arrivo, per chi vuole, al venerdì pomeriggio,accoglienza e serata rilassante
- sabato conoscenza rete ecosol locale e tavoli tematici nazionali intrecciati con esperienze locali
- domenica viaggio verso plenaria con mezzi collettivi sostenibili (a metano) o collegamenti virtuali per chi non può raggiungerla
sul raccordo tra percorsi tematici/territoriali e assemblea plenaria direi che ci possiamo lavorare insieme, con qualche fatica in più potremmo intrecciare i diversi percorsi rafforzandoli a vicenda
grazie buona vita
Aurelio
Contributo da Loris
Sinceramente, l'evento centrato-unito, indipendentemente da dove si tenga, mi attira di più di quello diffuso; diffusi ci siamo tutto l'anno e almeno una volta l'anno mi piacerebbe che ci trovassimo in un evento in cui possiamo convergere insieme, per lo meno fino a che la partecipazione non supera le 500 persone.
Farei un evento unito nei giorni di sabato e domenica; nei giorni precedenti invece l'evento potrà essere diffuso nei più vari modi; la sola domenica di incontro unito mi appare troppo poco; non lo farei in nessun caso senza nessun giorno di plenaria vera.
Tuttavia dispiace anche a me che i tre territori che si sono proposti non possano tutti partecipare attivamente.
Nel caso che per il venerdì e sabato si opti per l'evento diffuso, terrei, per il sabato e la domenica, la struttura proposta da Andrea:
- sabato mattina sviluppare nei tre territori il tema di fondo scelto per l'Assemblea; questo tema potrebbe essere "Dal modello di sviluppo al modello di Comunità" (è una delle due proposte che sono state fatte nel Tavolo nazionale); ogni territorio potrebbe svilupparlo liberamente a modo suo
- sabato pomeriggio gruppi tematici decisi a livello nazionale; da vedere come suddividerli dopo che saranno stati definiti; potrebbero esserci più gruppi su un territorio, ma non escluderei neanche che uno stesso tema importante possa essere trattato su più territori
- domenica assemblea plenaria di sintesi in un posto unico (vedo il problema degli spostamenti che probabilmente andranno a finire sul tardi, ritardando la plenaria; nel caso occorrerà prolungare la plenaria fino al primo pomeriggio verso le 17.00); la sintesi potrebbe riguardare principalmente il tema di fondo scelto, che nel caso sarebbe "Cosa significa per noi il Modello di Comunità?", riportando i vari spunti e pratiche che sono emersi nei tre territori e facendo sintesi con un documento finale
Comunque temo che frazionando l'evento metteremo confusione nella proposta che arriverà a livello nazionale, con i singoli gasisti che dovranno decidere cosa seguire e dove andare, specialmente nel caso che vengano in gruppo
Altri punti critici che vedo, che andrebbero analizzati in anteprima, per trovare una soluzione, sono i seguenti:
- Con l'evento unito è possibile fare il mercatino nazionale dei produttori; altrimenti un mercatino disperso su tre territori è meno attraente per i produttori italiani dei GAS; essi vorrebbero incontrare tutti i gas e non solo una parte; anche per i gasisti è molto più bello avere tutti i produttori dove c'è l'incontro a cui partecipano;inoltre per i produttori che desiderano vendere, bisognerebbe garantire anche l' afflusso di cittadini del posto; con l'evento diffuso non so se vale la pena organizzare il mercatino nazionale;
- non sono certo che le nostre amministrazioni locali, che si sono date per disponibili, lo siano con altrettanto entusiasmo sapendo di accogliere solo una parte dei gasisti e produttori; muovere tanto per 50-80 gasisti sarebbe entusiasmante? credo che si siano offerte per ospitare l'evento intero non una parte; per lo meno è così per Senigallia, e da quello che ho letto mi sembra così anche per il territorio maceratese; forse solo le istituzioni del territorio del Furlo sono consapevoli di un eventuale spostamento della domenica;
organizzare qualcosa di interessante per i giorni precedenti l'assemblea è invece sempre possibile e sarebbe per promuovere il territorio e far conoscere le sue iniziative in ambito ecosol e non avrebbe bisogno di strutture da evento
- eventuali collegamenti tecnologici fra le tre aree rischierebbero di essere solo un disturbo dei tre programmi di lavoro (se un territorio si collega a un altro e guarda cosa questo fa non lavora nel proprio territorio). Visto che non si è in casa davanti a un televisore, ma si è all'aperto con tanta gente che vuole interagire direttamente, un collegamento telematico di qualunque genere, anche il meglio fatto con un mega schermo (che non è nelle nostre possibilità), rischia di essere totalmente contrario alla mentalità e sensibilità del movimento GAS-DES
- le spese complessive, per tre territori crescono; vero che dovrebbero crescere anche gli apporti! Chi sarebbero i soggetti responsabili della parte economica(anticipi spese, fatture, rendicontazione, ecc) dei tre eventi? REES Marche per tutti? Ogni territorio dovrebbe affrontare le spese con una propria associazione? E' un aspetto da chiarire
- anche la facilitazione contemporanea di tre assemblee andrebbe ben calibrata e richiederebbe più energia avendo bisogno di un maggior numero di figure di facilitatori; questo va fato in accordo con il gruppo nazionale.
- L'insieme della proposta potrebbe rischiare di essere troppo centrata sulle esigenze locali e troppo poco su quelle nazionali. L'evento dovrebbe essere impostato sugli aspetti di maggiore attualità per il movimento nazionale GAS-DES e dovrebbe prevedere la partecipazione attiva delle migliori pratiche a livello nazionale, sugli aspetti che si deciderà di trattare; credo che vada evitata una visione e impostazione che veda l'evento come molto centrato su "le Marche che si raccontano". Oltre ai contenuti, molto importanti saranno anche le modalità di gestione dell'evento, il quale secondo me dovrebbe avere una parte il più possibile partecipativa e laboratoriale aperta, che disponga di tempo sufficiente e questo mi sembra più possibile dentro un evento unito. Comunque l'impostazione di fondo di Andrea è già buona.
Dopo aver fatto la scelta unito/diffuso dovremo concentrarci sui contenuti e suggerisco che il gruppo nazionale si doti di una mailing list (io sono disponibile ad attivarla) e magari anche di un wiki o di un forum, se c'è qualcuno disponibile ad attivarlo. Questo ci servirà per scambiarci molto di più di quanto sia possibile con i soli incontri in presenza.
Ciao Loris
Grazie Loris per condividere le criticità che vedi e che hanno un loro valido fondamento, dal mio punto di vista fatta una scelta avremo tutta l'energia per affrontarle e risolvere una per una, modificando, ridimensionando, creando nuove forme che adesso non vediamo, adattando, utlizzando al meglio quello che siamo, insieme
al momento potrei anche darti una serie di risposte ma fondamentalmente il punto è che ho fiducia che riusciremo a far funzionare il tutto, con gli umani limiti del caso.
C'è un punto del tuo post su cui vi offro un'altra chiave di lettura, e quindi di criticità e positività da condividere, cioè dove dici "credo che vada evitata una visione e impostazione che veda l'evento come molto centrato su "le Marche che si raccontano".
Dal mio punto di vista scegliendo l'evento diffuso le Marche fanno piuttosto una precisa proposta politica alle reti solidali nazionali, ai propri territori, alle Amministrazioni locali coinvolte.
Proposta discutibile ed imperfetta, da conoscere insieme praticandola, e benvenuti i 1000 punti di vista che ne seguiranno prima, durante e dopo, abbiamo tutt* molto da imparare, dal mio punto di vista in questo passagio va sostenuta perchè la vedo una direzione con grandi potenzialità su cui sperimentarci, passando poi dall'esperienza alla conoscenza collettiva.
Aurelio